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La favola della piccola rosa

Il seme finì nella piazza centrale del paese e crebbe li. Non era solo, al suo fianco vivevano tante altre piante e un'infinità di fiori davano colore alla piazza. La piazza divenne col tempo un vero e proprio giardino incantato. Dominava su di una collina l'intera terra lontana. Il seme di rosa cresceva, passando il suo tempo ad osservare i viandanti e l'alternarsi del giorno e della notte. Disgraziatamente l'egoismo degli abitanti prese il sopravvento su questi, tutti vollero quel giardino incantato per se, cosi per prime le regine e poi tutte le creature femminili ordinarono a quelle maschili di cogliere quei fiori. L'assalto al giardino fu l'inizio e la fine di un inutile disastro. Il piccolo seme di rosa, ormai diventato un bellissimo fiore, spaventato chiese aiuto alla terra e alla natura. Madre, disse con lo sguardo rivolto a terra, della mia bellezza poco m'importa, le altre sembrano felici di restar senza radici. Il gambo della rosa in un baleno si tramutò e apparvero le spine. Quella rosa non la voglio, ha le spine, gridavano le donne. Quella rosa non la voglio, desidero l'altra, ha il gambo più bello. Quella rosa prendila tu, non è una rosa, le rassomiglia soltanto.... Il mattino seguente del bel giardino incantato non ne era rimasto che un vago ricordo, ma la rosa era ancora li. Passarono gli anni e tutti si dimenticarono di quel posto dove un giorno ci crescevano i fiori, tutti tranne una piccola principessa che era troppo piccola per desiderare un fiore, quando avvenne il misfatto. La piccola principessa ormai era in età da sposa e chiese come regalo di nozze al re quel giardino. Cosa ci vuoi fare bimba mia con quelle erbacce? Domandò il vecchio monarca. Padre, rispose la piccola principessa, voglio coltivarne l'amore. Immediatamente il re l'accontentò e comprò l'intera piazza. Pulite quel giardino, circondatelo con alte mura, al cancello ponete un lucchetto di cui solo io ho la chiave e giorno e notte controllatelo, disse la principessa ai servi. Tutti gli abitanti visti i lavori salirono curiosi in piazza e non si mossero di li. Al fine di questi, la piccola principessa entrò nel giardino, li trovò la piccola rosa che ormai era cresciuta e grande era divenuta la sua bellezza. Tutti qui hanno un fiore, tranne me, tu vuoi essere il mio fiore? Sarò quello che vuoi, rispose la rosa, se saprai avere cura di me e le mie spine non ti faranno del male. Gli abitanti della terra lontana pensavano che la principessina fosse pazza e tutti le facevano mille domande alle quali lei non rispondeva. Sofia, era intenta ad ammirare il gioiello che aveva d'avanti e non ascoltava nessuno, fin che una donna gli disse: Quella non è una rosa, i nostri fiori sono più belli, si possono anche toccare. Il tuo fiore è cresciuto tra le erbacce, guarda la mia rosa e ammira la sua bellezza, non ha le spine come la tua ed io non me ne faccio un vanto. Finalmente la principessina rispose con aria ironica alla provocazione. La mia rosa, disse, non è un fiore come gli altri. Vedete, le vostre rose, i vostri fiori, non sono cresciuti tra le erbacce, voi li avete curati. I vostri fiori sono stati colti e tutti li possono cogliere. La mia rosa non è mai stata colta da nessuno, nessuno l'ha mai curata ed io amo di lei specialmente le sue spine. C'era una volta una regina che un giorno era una piccola principessa, che aveva una rosa con le spine che tutti volevano, perché le spine, le aveva solo lei.