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Ikebana

L’Ikebana, conosciuta anche sotto il nome di kado (via dei fiori) , nasce in Oriente, nelle regioni interne della Cina e dell’India. Diffusasi pian piano in Giappone, è proprio qui che tale arte troverà il giusto sbocco di crescita, trasformandosi in quell’arte a volte complessa ma ricca di sfumature e colori che oggi conosciamo. Storicamente, la sua nascita è databile intorno al VI secolo d.C., coincidendo all’incirca con la diffusione della dottrina buddista. E’ infatti usanza di tale religione l’uso di offerte floreali alla divinità. L’ikebana si diffuse lentamente nella popolazione: all’inizio era praticata solo dai monaci e dalle persone ricche. Tre gli stili principali di questa arte: il Rikka, il Nageire, il Chabana, il Seika (o Shoka) ed il Moribana.
Il Rikka (fiori eretti) è il più antico tra gli stili dell’ikebana. Nato nel corso del periodo Heian (794-1185) per il grande spazio necessario alle composizioni e la sua complessità non divento mai parte della cultura popolare giapponese. Nel XXI secolo è praticato quasi esclusivamente da grandi maestri attraverso opere create esclusivamente per particolari mostre artistiche. Il Chabana (fiori per il te) è lo stile legato alle composizioni per la cerimonia del te. Ispirato alla filosofia zen è formato da un solo fiore ed alcune foglie.

Lo stile Nageire, (o Hieka, che significa “gettare dentro”) è tra gli stili ancora oggi molto diffusi ed è particolarmente apprezzato per la sua artefatta semplicità.
Lo Shoka, o seika è essenzialmente una versione più semplice del ricca. Il suo nome è la lettura cinese dell’ideogramma giapponese. Il significato è quindi sempre “fiori viventi”. Gli elementi principali della composizione sono tre, disposti su un triangolo scaleno e qualche aggiunta di minor conto. Ancora praticato dalla popolazione, rappresenta il rapporto tra la terra, l’uomo ed il Cielo.

Infine vi è il Moribana (fiori ammucchiati), nato alla fine del 1800, con l’arrivo delle influenze occidentali ed i suoi fiori. Per la particolarità di questi ultimi nacque in fatti l’esigenza di creare ciotole basse per adattare le piante al recipiente, e venne introdotto l’utilizzo di sassi e rami secchi.
Tre le scuole più importanti di Ikebana che indipendentemente l’una dall’altra optano per l’insegnamento di uno o più stili: l’Ikenobo, l’Ohara ed il Sogetsu. La scuola inkenobo predilige composizioni alte, slanciate, la Ohara concentra essenzialmente le sue opere nello stile Moribana. Il Sogetsu, sembra trovare con le sue minuterie ed i vasi caratteristici, un giusto equilibrio tra i vari stili conosciuti.
Nell’ikebana, ad ogni modo, niente deve essere regolare e simmetrico. Tutto ciò che è simmetrico e regolare, in estremo oriente viene considerato monotono e banale: il giusto gioco tra asimmetrie, flessuosità, prospettiva e proporzioni devono essere gli elementi base di ogni composizione. Certo, anche la tradizione vuole la sua parte ed uno “straniero” non sarà mai in grado di eguagliare la maestria di un giapponese, ma senza dubbio potrà contribuire ad una più completa e variegata interpretazione di questa arte