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Orto botanico

ORTO BOTANICO DI CATANIA

L'orto Botanico di Catania risalente al 1858, si estende su una superficie di circa 16.000 mq. e riveste importanza come sede di alcune peculiari collezioni, quali le 'succulente', le 'palme' e le 'piante spontanee siciliane'.
La più ricca collezione dell'Orto Botanico è certamente quella delle piante succulente, che annovera migliaia di esemplari per la maggior parte coltivati all'aperto. Ciò è possibile grazie al clima piuttosto mite che permette di supplire in parte alla carenza di serre.
Per le loro originali forme e strutture le succulente rappresentano una delle attrattive di maggior pregio dell'Orto sia dal punto di vista didattico che estetico. Fu lo stesso Tornabene che diede vita alla collezione; infatti da un suo elenco redatto nel 1887 risultano presenti esemplari di diverse famiglie, quali Aizoacee, Crassulacee, Cactacee, ecc.
Nel 1963 essa fu arricchita di 4000 nuovi esemplari in seguito all'acquisizione della collezione di C. Di Stefano; recentemente, un ulteriore incremento si è avuto grazie alla donazione del dott. C. Gasperini.
Oggi, in base a una stima approssimativa, la collezione di succulente raccoglie circa 2000 specie, prevalentemente Cactacee, Agavacee, Euforbiacee, ecc.

L'apparente uniformità di aspetto che si osserva in piante appartenenti a famiglie sistematicamente molto lontane è il risultato di un adattamento convergente ad ambienti estremamente aridi e si manifesta con l'acquisizione di particolari strutture quali il parenchima acquifero, ricco di mucillagini in grado di trattenere notevoli quantità di acqua, l'epidermide ispessita e cutinizzata, la trasformazione delle foglie in spine, la presenza di fusti fotosintetizzanti, l'assunzione di forme sferiche allo scopo di limitare la superficie traspirante, e così via

Le Cactacee sono piante tipiche del continente americano; esse hanno forma varia, con fusto colonnare od otriforme e foglie generalmente trasformate in spine.
Solo il genere Pereskia è simile nell'aspetto alle comuni piante arboree con ampie foglie persistenti e per questo motivo viene considerato il più primitivo.
Tra gli esemplari più notevoli sono da citare alcuni Cereus di grandi dimensioni, dalla tipica fioritura notturna, e diversi Echinocactus grusonii, ultra-centenari, di inestimabile valore. Numerosi esemplari di Mammillaria (M. schiedeana, M. herrerae, M. theresae)sono custoditi in serra e all'aperto.
Inoltre, particolarmente interessanti sono Blossfeldia liliputana, il più piccolo cactus sudamericano in grado di fiorire e fruttificare prima di raggiungere mezzo centimetro di altezza; Astrophytum capricorne con le sue varietà tra cui la var. nivea, molto rara e delicata; Leuchtenbergia principis, il cui aspetto ricorda quello di un'agave, con rami che portano alle estremità areole, spine e fiori.
Altre pregevoli Cactacee sono Roseocactus fissuratus, Melocactus jansenianus, Toumeya papyracantha, Lophophora williamsii.
Dalle regioni aride dell'Africa australe proviene la maggior parte delle Aizoaceae.
Caratteristico è il genere Lithops, le piante hanno la forma di piccoli sassi e si mimetizzano con il terreno ciottoloso circostante.
Diversi sono gli esemplari d iEuforbiacee fra cui spiccano, per la bellezza dei rami e per il portamento maestoso, alcuni giganteschi esemplari di Euphorbia abyssinica ed E. candelabrum, mentre altri, quali Euphorbia trigona, E. caerulescens ed E. resinifera, formano densi cespugli.
Fra le Crassulacee citiamo Grassula falcata dai caratteristici fiori rosso sangue disposti in dense cime e C. brevifolia a foglie bordate di rosso, nonché i generi Sedum, Echeveria ed Aeonium.
Fra le Agavacee arboree spicca un eccezionale esemplare di Nolina recurvata, del Messico sud-orientale, con il caratteristico ingrossamento basale del fusto che supera i 2 m di diametro.
Infine, ricordiamo la presenza nell'Orto di diverse specie di Asclepiadacee tra cui quelle del genere Stapella  dai tipici fiori a stella che emanano uno sgradevole odore di carne putrida per attirare particolari insetti pronubi (mosche).
Stapelia europaea ssp. europaea, dell'isola di Lampedusa, è l'unica specie del genere presente in Italia allo stato spontaneo.

Di interesse è la collezione di Palme che, seppure non vastissima, include oltre cento esemplari, spesso di notevoli dimensioni, appartenenti a circa 40 diverse specie. La maggior parte degli esemplari sono coltivati in piena terra, in due specifici settori dell'Orto o sparsi in diverse aiuole.
Attualmente la collezione di Palme è costituita per lo più da esemplari adulti, la maggior parte dei quali fiorisce e fruttifica regolarmente. Alcuni giovani esemplari, di recente introduzione, sono coltivati in vaso, sia in serra che all'aperto, in attesa del trapianto definitivo.
I generi coltivati nell'Orto Botanico sono Archontophoenix, Arenga, Butia, Chamadorea, Chamaerops, Erythea, Howea, Jubaea, Livistona, Phoenix, Ravenea, Rhapis, Sabal, Syagrus, Trachycarpus, Trithrinax, Washingtonia e Wodyetia.

Nell'Orto Generale si possono osservare grandi esemplari arborei provenienti da ogni parte del globo, alcuni dei quali raggiungono dimensioni notevoli, come Phytolacca dioica, dell'Argentina, con una circonferenza alla base di circa 13 m; Eucalyptus citriodora le cui foglie emanano un gradevole odore di limone; numerosi esemplari di Ficus, fra cui F. glabella e F. capensis Grevillea robusta con infiorescenze giallo-oro ed, infine, un gruppo di Agavacee arboree con splendidi esemplari di Dracaena draco, Nolina recurvata e Yucca guatemalensis. Fra le Gimnosperme citiamo un esemplare maschile di Encephalartos horridus; Cupressus macrocarpa, uno degli alberi più alti dell'Orto; Pinus halepensis, tipico delle regioni costiere del Mediterraneo; Agathis australis pianta originaria della Nuova Zelanda, con foglie larghe e sessili.Podocarpus neriifolia appartenente alla antichissima famiglia delle Podocarpaceae che nel basso Giurassico costituiva parte dominante della flora a conifere dell'emisfero australe.

L'Orto Siculo, benché non presenti specifiche collezioni di famiglie o generi particolari, ospita numerose piante spontanee della flora sicula, insieme a quelle che più comunemente sono state introdotte in coltivazione nel territorio.
La collezione di piante siciliane venne iniziata nel 1865, pochi anni dopo la fondazione, quando la superficie dell'Orto Botanico fu ampliata grazie alla donazione di M. Coltraro.

L'Orto Siculo è oggi organizzato in strette aiuole rettangolari parallele dove le piante, spesso erbacee, dovrebbero essere raggruppate per famiglie. Tuttavia, il notevole sviluppo attualmente raggiunto da diversi esemplari arborei o arbustivi impedisce, a causa dell'ombreggiamento, la completa realizzazione di questo schema su buona parte della superficie.
Molte delle specie della flora siciliana di maggiore interesse sono erbacee, perenni o annuali; esse richiedono cure e assistenza continua. Un solo anno di incuria può portare alla scomparsa di molte piante che facilmente vengono sopraffatte dalle più vigorose specie nitrofile e ruderali.

La collezione di specie sicule è in continua fase di incremento dato il notevole interesse scientifico e didattico che riveste.
Fra le specie arboree di notevoli dimensioni citiamo il leccio (Quercus ilex), il carubbo ceratonia siliqua, l'olmo (Ulmus canescens), il pioppo bianco (Populus alba) e il pino domestico (Pinus pinea).
Altre specie interessanti sono Celtis aetnensis, il bagolaro endemico dell'Etna, Salix gussonei, endemico dei corsi d'acqua della Sicilia nord-orientale, e Fontanesia phillyraeoides, un'Oleacea a distribuzione mediterraneo-orientale, rara in Sicilia. Si coltiva anche un giovane esemplare di abies nebrodensis, rarissimo endemita delle Madonie.
Vi sono poi diverse specie arbustive tipiche della macchia mediterranea, quali Pistacia lentiscus (lentisco), Myrtus communis (mirto), Erica multiflora, Phillyrea angustifolia e alcuni cisti, tipici delle garighe, quali Cistus creticus, C. monspeliensis, C, salvifolius  e C. clusii.
Fra le specie erbacee sono coltivate alcune Composite endemiche siciliane, che in natura vivono circoscritte in stazioni puntiformi, quali Centaurea tauromenitana, Senecio ambiguus, S. gibbosus e Paleocyanus crassifolius, endemico di Malta.
Interessante è anche una raccolta di varie specie di Brassica,  molte delle quali endemiche della Sicilia.

ORTO BOTANICO DI PADOVA

L'Orto Botanico di Padova nasce come "giardino dei semplici" (ovvero come luogo cui attingere piante medicinali a fini terapeutici o di studio) su richiesta di Francesco Bonafede, incaricato nel 1543 di insegnare la "materia medica" all'Università di Padova, per facilitare l'apprendimento ed il riconoscimento delle piante da parte dei suoi studenti. Nel 1545 un decreto del senato della Repubblica di Venezia ne approva la costituzione: i lavori sono immediatamente avviati. 

Il primo prefetto dell'orto è, nel 1547, Luigi Squalermo detto Anguillara, che fa introdurre quasi 2000 specie medicinali. Nel 1551 all'Anguillara viene affiancato Pier Antonio Michiel, già creatore di un mirabile giardino privato, conoscitore e amatore delle specie vegetali ed autore di un eccellente erbario illustrato. 

Nel 1997 è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO, con la seguente motivazione:

L'Orto botanico di Padova è all'origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l'ecologia e la farmacia.