Talvolta un semplice gesto, un dono, parla quanto mille belle parole, se non addirittura di più. Si dice. E stando a quanto rivelato da una ricerca condotta dagli scienziati della University of Southern Denmark, un motivo specifico c'è.
LO STUDIO – Gli studiosi hanno infatti dimostrato che i gesti simbolici – la comunicazione non verbale – stimolano il funzionamento delle stesse zone del cervello atte all'elaborazione del linguaggio verbale. L'indagine è stata condotta su un campione di volontari, cui sono state presentate le fotografie di oggetti comuni disposti in contesti particolari (per esempio un mazzo di fiori lasciato sulle scale di casa) e successivamente quelle degli stessi oggetti raffigurati però in contesti ordinari (dei fiori in un prato). La risonanza magnetica ha permesso di osservare l'attività cerebrale dei soggetti in esame successivamente alla visione delle due categorie di immagini.
I RISULTATI – Ciò che è emerso dall'analisi è che la vista di immagini che portano un significato particolare sollecita il cervello più di quanto non facciano le immagini per così dire «banali». E le aree della materia grigia interessate sono quelle coinvolte nella scrittura e nella decifrazione dei significati semantici. Il che dimostra come il linguaggio sia molto più di un semplice processo di elaborazione delle parole, e come qualsiasi gesto - anche il più piccolo - possa veicolare messaggi assai eloquenti. Non che già non si sapesse, certo, solo che ora chi manda un mazzo di fiori per chiedere scusa o per dire ti amo ha anche il benestare della scienza.
Alessandra Carboni
13 ottobre 2008
CORRIERE DELLA SERA
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